Il nuovo Terroni di Pino Aprile . Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali.


Pino Aprile nato a Gioia del Colle, ha vissuto a Taranto Giornalista e scrittore, residente ai Castelli Romani, è stato vicedirettore di «Oggi» e direttore di «Gente». Per la Tv ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate Viaggio nel Sud e al settimanale del Tg1, Tv7.





È autore di diversi saggi, tra cui: 
  • Il trionfo dell’apparenza (2007), 
  • Elogio dell’imbecille (2010), 
  • Elogio dell’errore (2011), 
  • Terroni, uscito nel 2010 e diventato un vero e proprio caso editoriale, 
  • Giù al Sud (2012), 
  •  Mai più terroni nel 2012
  • Il Sud puzza. Storia di vergogna e d'orgoglio nel 2013; 
  •  Carnefici nel 2016 
  •  2017 collabora alla scrittura del saggio Attenti al Sud
  • Del 2018 è invece L'Italia è finita. E forse è meglio così
  • del 2019 è Il potere dei vinti 
  • del 2023 la riedizione Il nuovo Terroni
tutte queste pubblicazioni hanno fatto di Aprile il giornalista «meridionalista» più seguito in Italia. Gli sono valsi molti premi, tra cui il Premio Carlo Levi nel 2010, il Rhegium Julii nello stesso anno, e il Premio Caccuri nel 2012.



«Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. L’incipit di Terroni, lo straordinario saggio di Pino Aprile che ha aperto una salutare breccia nella retorica nazionalistica, è di quelli che non si dimenticano. Non solo un sensazionale bestseller, ma un longseller che è entrato di prepotenza nel dibattito storico e civile, conferendo nuova consapevolezza e restituendo orgoglio. Un libro spartiacque, se è vero, come ha scritto Giordano Bruno Guerri, che dopo la sua pubblicazione nulla sarebbe più potuto continuare allo stesso modo, e avremmo avuto un’Italia e una storia “prima” e “dopo” Terroni.
Tutto questo accadeva più di un decennio fa: per questo oggi è più che mai necessario un Terroni tutto nuovo. Una versione definitiva che ripropone quel libro manifesto con importanti integrazioni, e soprattutto con tre nuove e decisive parti, del tutto inedite.
✱ Le prove del massacro: uno studio inappuntabile e clamoroso, lungo appunto dieci anni, dimostra con dati demografici incontrovertibili la dimensione di quello che è stato un vero e proprio genocidio.
✱ Il caso Sardegna: ricostruendo la storia della presenza sabauda dal 1724 si scopre che i piemontesi anticiparono sull’isola tutto quello che poi fecero nel Regno delle Due Sicilie a partire dal 1861. Una parte del Paese considerata come colonia e terra di conquista, con saccheggi, stragi, privazioni di ogni diritto, plotoni di esecuzioni itineranti che giustiziavano “alla voce”.
✱ Le conseguenze politiche di Terroni: con la nascita di iniziative e movimenti mai esistiti in un secolo e mezzo, e la conseguente denuncia di storture, diseguaglianze, iniquità. Ecco perché questo libro è destinato a diventare, oggi più che mai, un documento fondamentale per la lettura della nostra storia e una cartina di tornasole per costruire il nostro futuro.



La presentazione del Nuovo Terroni presso il castello di Pulsano. 
Un evento che ha riscosso un notevole successo di pubblico.
Dopo aver incontrato, in mattinata, gli studenti dell’ I. C. Giannone e dell’I. C. Gemelli nel pomeriggio di oggi (ore 18,30), venerdì 21 aprile, lo scrittore e giornalista del Tg1, Pino Aprile, presenterà il suo libro dal titolo “Il nuovo terroni” al Castello De Falconibus. L’iniziativa, promossa dalla Pro Loco di Pulsano e dall’associazione “Il Castello” di Leporano, vuole porre l’accento sulla famiglia Muscettola, principi di Leporano e Pulsano nel periodo del Regno delle Due Sicilie.


La recensione di un lettore 

Scoprire che tutto quello che mi è stato insegnato a scuola sul Risorgimento, tutto quello che viene diffuso da media e politici sulla questione meridionale sia fondamentalmente falso, è stato per me un vero shock. Certo, il libro di Pino Aprile non è un reportage giornalistico obiettivo e imparziale, bensì piuttosto una recriminatoria piena di rabbia e risentimento, per cui inizialmente si tende a guardare con sospetto affermazioni tanto contrarie a tutto quello che si riteneva essere la verità. Ma le fonti citate sono così vaste, i nomi chiamati in causa tali (Salvemini, Nitti, Gramsci!), che è difficile pensare sia tutto inventato. E, infine, le vicende più recenti sono sotto gli occhi di tutti, e Aprile ne fornisce una spiegazione più che convincente,Ricordo quando alle elementari mi facevano imparare a memoria la "Spigolatrice di Sapri", una poesia che amavo, l'impresa eroica del romantico Carlo Pisacane che con trecento patrioti sbarcò a Sapri per iniziare la rivoluzione che doveva portare all'unificazione d' Italia, e che invece fu trucidato con i suoi dai contadini locali. I quali non capivano... Ed ora scopro che forse quei contadini avevano capito fin troppo bene. Forse vollero soltanto evitare il destino che toccò in seguito ai loro conterranei di Pontelandolfo, di Gatea, di Gioa del Colle. Bruciati vivi nelle loro case, privati di tutto. E queste stragi furono soltanto il primo atto della nascita dell' Italia unita. Seguì la sistematica spoliazione delle ricchezze dell'ex Regno delle Due Sicilie, per consentire la ripresa economica dello stato piemontese, tra i più indebitati e arretrati d' Europa. Scoprire come nei primi anni di storia di questo Paese, il Nord abbia trattato il Sud come una colonia più che come una parte di uno Stato unitario, getta una luce sinistra sulla storia di questo Paeseoltre che su una dinastia regnante, quella dei Savoia, che già appare come una delle tra le meno amate d' Europa.
Un libro di pancia, più che di testa. Ma forse proprio di questo c'era bisogno, visto che quando si parla di questione meridionale, nessuno tiene in conto le vere origini della questione, e anzi vengono proposti argomenti contrari alla verità con linguaggio e argomenti affatto discutibili (non credo ci sia bisogno di fare nomi...). Forse più che di un altro dotto libro sulla questione, c'era bisogno di uno scossone, di una risposta di pancia, e questo spiegherebbe lo straordinario successo che questo libro sta avendo.
Alla fine, il libro, oltre a un atto di accusa nei confronti di chi cerca di nascondere come si sia arrivato alla situazione attuale, e di chi cerca di mantenere lo status quo per trarne vantaggio, rappresenta anche un forte atto di auto-accusa: la domanda affiora più volte lungo il libro: "come è possibile che i meridionali abbiano consentito che gli fosse fatto ciò?". Come è stato possibile che questa parte d' Italia rinunciasse a farsi parte attiva, che sprofondasse nel vittimismo e mai si rimboccasse le maniche per far valere i propri diritti e far vedere quello che vale? Pino Aprile cerca alla fine del libro di dare una risposta psico-sociale più o meno convincente, ma di certo arriva a una conclusione esatta: che la questione meridionale potrà essere risolta soltanto se sia i Meridionali che i Settentrionali prenderanno coscienza della reale origine della questione meridionale e dei meccanismi che tendono a perpetrarla. Per questo il libro è una lettura consigliata a tutti, che siate del Nord o del Sud.

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