Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS): inquinamento indoor e malattie correlate. seconda parte

Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS): inquinamento indoor e malattie correlate. seconda parte

Approfondimento curato dall'arch. Emanuele Meloni per infobuild.it/  il portale per l'edilizia e l'architettura. 

 

Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)

Una cattiva ventilazionetemperatura e umidità, unita alla presenza di inquinanti, possono dare vita a un senso di disagio e ad altri sintomi comunemente presenti nella cosiddetta Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS), come è stata definita dall’OMS nel lontano 1982, oltre quarant’anni fa.

Sindrome dell'edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)
Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)

La sindrome dell’edificio malato può essere identificata quando le persone all’interno di un edificio sperimentano, più frequentemente del previsto, una serie di sintomi comuni che causano disagio e senso di malessere:

  • occhi irritatisecchi o lacrimanti (talvolta descritti come prurito, stanchezza, arrossamento, bruciore o difficoltà a indossare le lenti a contatto),
  • naso irritato, che cola o chiuso (a volte descritto come congestione, sangue dal naso, prurito o naso chiuso),
  • gola secca o mal di gola (talvolta descritta come irritazione, irritazione delle vie aeree superiori o difficoltà a deglutire),
  • secchezzaprurito o irritazione della pelle, occasionalmente con eruzione cutanea,
  • sintomi meno specifici come mal di testaletargiairritabilità e scarsa concentrazione.

In genere molti di questi sintomi si verificano contemporaneamente e sono spesso accompagnati da lamentele relative a soffocamentoaria cattiva, aria secca, rumore, luce o temperature troppo calde o troppo fredde.

Sono sintomi aspecifici ma ripetitivi e non correlati ad un agente in particolare: scompaiono o si attenuano dopo l’uscita dai locali e non sono accompagnati da reperti obiettivi rilevanti. Infatti è difficile poter affermare che vi sia una vera e propria “malattia” causata dalla permanenza in edifici malati, mentre è certo che vi si può avvertire malessere e senso di irritazione. Il giudizio espresso dagli occupanti è quindi l’unico modo per avere informazioni relative al comfort e ai sintomi della Sick Building Syndrome.

Studi condotti in uffici e in altri edifici ad uso pubblico quali ospedaliasili e altri edifici destinati a vita comunitaria, hanno rivelato una frequenza dei disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15 e il 50%.

costi più evidenti dell’SBS sono dovuti all’aumento dell’assenteismo e del turnover del personale. I costi economici, difficili da valutare, sono quelli dovuti alla riduzione delle prestazioni lavorative, all’utilizzo del tempo della direzione per gestire i reclami, e al tempo e ai costi necessari per cercare di stabilire ed eliminare i problemi.

Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI)

Abbiamo visto come la Sindrome dell’edificio malato è attribuibile più a un senso di disagio dell’individuo legato alla permanenza nell’edificio, tuttavia gli inquinanti interni possono generare vere e proprie malattie: si parla in questo caso di Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI).

Esistono infatti alcune patologie per le quali vi è una diretta correlazione con la permanenza all’interno di un edificio e per le quali si conosce lo specifico agente eziologico che ne è la causa. Tra le più comuni troviamo la legionellosi, la febbre da umidificatore, l’alveolite allergica, l’asma e l’avvelenamento da monossido di carbonio.

Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI)

La ripetuta inalazione degli inquinanti atmosferici è causa di malattie allergiche e polmonari, come asmadermatite atopica e rinite allergica. Inoltre, l’attività del fumo è considerata uno dei fattori più importanti nello sviluppo delle malattie infiammatorie polmonari croniche, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’asma e il cancro del polmone.

Il gas radon, che entra in casa attraverso fessure e aperture nei pavimenti e pareti a contatto con il suolo, è la seconda causa principale di cancro ai polmoni. Il monossido di carbonio provoca mal di testavertigini, disorientamento, nausea e affaticamento e livelli elevati possono essere fatali. Il biossido di azoto provoca irritazione agli occhi, al naso e alla gola, compromette la funzione polmonare e aumenta le infezioni respiratorie.

Il 5-20% dei casi di neoplasia polmonare osservati nella popolazione italiana è attribuibile all’esposizione a radon. Per quanto riguarda l’esposizione al fumo di tabacco (ETS), si stima che i non fumatori, che vivono a contatto con fumatori, sviluppino un rischio di cancro al polmone aumentato del 30%, se confrontati con la popolazione non esposta.

Soluzioni e rimedi

La qualità dell’aria interna è strettamente correlata alla ventilazione (naturale e/o meccanica) e ai ricambi d’aria. Abbiamo visto che l’aria esterna è significativamente meno inquinata dell’aria interna ambientale e per questo, occorre garantire una quantità di ricambi d’aria che ne consentano l’uscita degli inquinanti interni (polvereradonmicroplastiche e nanoplasticheformaldeideamianto, PFAS).

Strategie di progettazione bioclimatica: ventilazione e luce naturale
Strategie di progettazione bioclimatica: ventilazione e luce naturale (Guzzini, Cucinella)

Per contribuire a migliorare la qualità dell’aria e ridurre i rischi per la salute legati alla IAQ, si possono adottare le seguenti misure (consigliate anche dall’EPA):

  • Ventilazione: aumentare la quantità di aria fresca portata all’interno aiuta a ridurre le sostanze inquinanti all’interno. Quando il tempo lo permette, apri finestre e porte o accendi un condizionatore d’aria con il controllo della ventilazione aperto. Anche i ventilatori del bagno e della cucina che scaricano verso l’esterno aumentano la ventilazione e aiutano a rimuovere le sostanze inquinanti.
  • Regolazione dell’umidità: l’umidità all’interno può influenzare le concentrazioni di alcuni inquinanti dell’aria interna. Ad esempio, un’umidità elevata mantiene l’aria umida e aumenta la probabilità della formazione di muffe. Mantieni l’umidità interna tra il 30 e il 50%. Per aumentare l’umidità, utilizzare un vaporizzatore o un umidificatore. Per diminuire l’umidità, aprire le finestre se all’esterno non è umido. Se fa caldo, accendi il condizionatore o regola l’impostazione dell’umidità sull’umidificatore.

Testa il radon e risolvi se c’è un problema. Riduci i fattori scatenanti dell’asma come muffe e polvere acari. Non fumare in casa. Ventila sempre quando usi prodotti che possono rilasciare sostanze inquinanti nell’aria. Ispeziona regolarmente gli apparecchi a combustione per individuare eventuali perdite, ed effettua riparazioni quando necessario. Punta su scelte naturali, ecologiche e biocompatibili, secondo i dettami della bioedilizia e dell’architettura sostenibile, bioclimatica e vernacolare, nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari. Anche nella scelta degli arredi e dei mobili, opta per mobili in legno non trattato e assemblati con colle prive di formaldeide.

Negli edifici tradizionali, la ventilazione naturale veniva garantita soprattutto per mezzo di porte e finestre non coibentate, vetri e telai magari non performanti dal punto di vista energetico, in grado però di garantire infiltrazioni d’aria. L’alternativa rispetto alla ventilazione ottenuta con la semplice apertura di finestre può essere ottenuta dotando l’edificio di un sistema di ventilazione attiva, che attraverso canalizzazioni e aspiratori assicura il ricambio di aria tra l’ambiente esterno e quello interno: la ventilazione meccanica controllata.

Piante che purificano l’aria?

Già dal 1989, uno studio della NASA (A study of interior landscape plants for indoor air pollution abatement) aveva evidenziato i benefici di alcune piante d’appartamento nel rimuovere gli inquinanti e purificare l’aria degli ambienti interni. Mettendo così in evidenza l’importanza delle piante da interno per la riduzione degli inquinanti presenti negli ambienti interni, in risposta alla “sindrome dell’edificio malato” (Sick building syndrome o SBS).

Piante che purificano l’aria

Ne emerge che le 10 piante più efficaci nell’assorbire e rimuovere dall’aria gli inquinanti come benzeneformaldeide, tricloroetilene, xilene, toluene e ammoniaca, sono nell’ordine: Palma da datteri, Felce di Boston, Felce tropicale, Falangio, Aglaonema, Chamaedorea (palma di bamboo), Ficus benjamin, Photos, Anturio, Liriope. Anche una recente ricerca australiana, ha testato il successo di alcune piante nel rimuovere efficacemente il benzene.

Piante che purificano casa

Tuttavia, uno studio del 2019 dei ricercatori dell’università di Drexel mette in discussione l’effettiva efficacia delle piante nel depurare l’aria di un ambiente chiuso, non in grado di migliorare in maniera percettibile la qualità dell’aria. Passando in rassegna tutti gli studi esistenti, ne contestano l’applicabilità in un ambiente reale, ben diverso dall’esperimento in una camera sigillata di un metro cubo. E caratterizzato da emissioni continue di inquinanti. Ma anche ricambi d’aria. Secondo loro, per ottenere gli stessi benefici di un ricambio d’aria con una finestra aperta, occorrerebbe invadere ogni angolo della casa di piante.


Abbiamo sempre seguito con attenzione  le ricerche e le soluzioni per ottenere una buona qualità della vita nelle abitazioni. Sul tema dell'inquinamento in door abbiamo pubblicato diversi argomenti.  Alcuni esempi sugli inquinanti, l'importanza del VCM ovvero  della ventilazione meccanica, ed alcune soluzioni ai problemi quali i massetti areati ed altro

  https://www.facebook.com/profile/100047608250071/search?q=radon 

Per approfondire:

https://www.infobuild.it/approfondimenti/sindrome-delledificio-malato-o-sick-building-syndrome-sbs-inquinamento-indoor-e-malattie-correlate/

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