Argomenti di ECOnomia ed ECOlogia, dalla Redazione d GT Genova Today

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" Nuova diga foranea, Fridays For Future: «Penalizza la produzione italiana in favore di quella asiatica»
«Dopo una rivalutazione dell'Analisi Costi Benefici abbiamo scoperto che non ci sono benefici ma perdite», scrivono gli attivisti in una nota.
A gennaio 2021 è stato presentato dalle istituzioni il progetto della nuova diga foranea di Genova, considerandolo come fondamentale per Genova, l'Italia e l'Europa e ed è stato avviato il conseguente dibattito pubblico obbligatorio per legge.
«Come attivisti di Fridays For Future - si legge in una nota - vogliamo porre all'attenzione dei media che il dibattito pubblico, così come è stato organizzato, non ha permesso un confronto limpido tra i promotori dell'opera e i cittadini, ma fin dall’inizio è stato orientato a valutare quasi solamente aspetti tecnici, tra cui la scelta di far accedere le grandi navi da 400 metri da levante oppure da ponente, tralasciando l’impatto della grande opera sulla città. Inoltre la riduzione della durata del dibattito (solo 20 giorni rispetto ai 120 giorni, quattro mesi, canonici) sta rendendo più difficile ai cittadini informarsi e approfondire l’argomento».
Gli attivisti, dopo uno studio dei documenti e delle possibili varianti, hanno stilato una serie di aspetti fondamentali a cui a loro avviso il progetto dice 'no':
dice no alla sostenibilità ambientale, con giganteschi rilasci di CO2 e di altri gas climalteranti, scontrandosi con gli obiettivi condivisi di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e del 100% entro il 2050
dice no all'eguaglianza, accrescendo potere e guadagni nelle mani di poche grandi compagnie di navigazione, armatori e concessionari delle banchine, mentre tutti gli impatti negativi ricadranno sui cittadini genovesi e non
dice no a una occupazione stabile per i cittadini di Genova. A fronte di costi pubblici certi di 1-1,3 miliardi corrispondono forti incertezze di aumento dell'occupazione, nonché l'impatto negativo sulla produzione italiana per via dell'aumento di prodotti importati a basso prezzo dal continente asiatico
dice no a una economia sostenibile, riproponendo un modello globale di crescita a risorse infinite, piuttosto che un cambiamento di stili di vita che comporterà una riduzione dei traffici di merci internazionali, specie sulle lunghe percorrenze
dice no alla tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini e in particolare degli abitanti dei quartieri più vicini al porto. Genova da anni supera il limite della media annuale di biossido di azoto e il settore che ne emette maggiori quantità (62%) in atmosfera è quello delle attività marittime
dice no alla tutela della biodiversità e delle specie acquatiche per i forti disturbi nel Santuario pelagico internazionale, sia sonori che chimici.
«Dopo una rivalutazione dell’Analisi Costi Benefici abbiamo scoperto che non ci sono benefici ma perdite».
Una volta incluse anche le emissioni di CO2, dell'ordine di grandezza di 10 milioni di tonnellate, conteggiando un valore di 100€/tCO2, si è ottenuto un costo aggiuntivo di, come minimo, di 1 miliardo di euro, ai quali si aggiungeranno i costi di altre esternalità (inquinamento dell’aria, dell’acqua, rumore, incidenti in fase di realizzazione ecc). Rivedendo le previsioni sui traffici nel caso si mantenga la diga attuale, si ridimensionano molto i Benefici economici prospettati dall’opera.
Nel computo finale il Valore Economico Netto quindi è risultato negativo e il Rapporto Benefici su Costi è diventato minore di 1. In pratica, a fronte di una spesa gigantesca, di uno stravolgimento della città, del paesaggio, dell'ambiente marino e della qualità dell’aria, è un'opera in perdita.
Fridays For Future conclude bocciando il progetto della nuova diga foranea di Genova. L'opera ha degli impatti fortemente negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Gli stessi importi di finanziamento dovrebbero più utilmente essere impiegati per promuovere attività, imprese, nuova occupazione e servizi per un futuro sostenibile per i cittadini attuali e futuri di Genova, della Liguria e dell’Italia.

Riflessione personale
Ovviamente a Genova che non ha territorio per sviluppare la retro portualità, per via delle catene muontuose, si progetta un mostro, pur di mantenere le stesse tonnellate di merci da smistare, evidenzio che nel porto di Genova, vi lavorano 60.000 addetti ( sei volte gli addetti Arcelor Mittal) .
Il porto di Taranto che ha la fortuna di essere di fronte allo stretto di Suez, può disporre di aree dal porto all'aeroporto per sviluppare la logistica, ha solo 500 addetti. Credo sia chiaro il concetto, prima di tutto il Nord ... ecco perché, né destra né sinistra, ma un partito del SUD che riprenda la questione Meridionale. Questione irrisolta dalla nascita dell'Italia, e che essendo sotto gli occhi di tutti, per l'alto tasso di disoccupazione, ormai insopportabile, il reddito basso che evidenzia una crescita della povertà per le nostre famiglie, l'assenza di infrastrutture la carenza di servizi, l'Europa ha stanziato per colmare questi divari, ben 145 miliardi che aggiunti ai fondi per l'emergenza Pandemia, diventano 209.


Qualcuno ha ancora dubbi sulla crisi che determinò la caduta del Governo Conte e l'avvento del governo Draghi? L'assalto alla diligenza continua. La prova sono i 14 ministri del lombardo veneto su 27 gli altri 13 due per regione.




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